mercoledì 9 gennaio 2008

CHIRURGIA ESTETICA: I trattamenti del seno

Alcune donne faticano ad accettare il proprio corpo perciò può succedere che difetti anche non così grossi diventano insopportabili e creano problemi psicologici. In casi limite si determina anche una certa difficoltà di rapporto con le altre persone e l’incapacità di accettarsi diventa motivo di sofferenza. La società di oggi improntata molto sull’immagine, sull’estetica e sulla bellezza certo non aiuta. In questi casi viene in soccorso la chirurgia estetica, che risolve quei problemi estetici apparentemente insopportabili e limitativi per il benessere fisico e morale di una persona.

Gli interventi di chirurgia estetica più frequenti sono:

Mastopessia : questo intervento viene eseguito sul seno che può essere di dimensioni normali oppure eccessive, ma che avendo perso consistenza e tono, è cascante ed adagiato sul torace. L’intervento serve a riposizionare la ghiandola mammaria sollevandola. Quando oltre al problema del seno cascante c’è anche quello del seno vuoto, si interviene con l’inserimento di una protesi.
Mastoplastica riduttiva : si esegue per ridurre l’eccesso di ghiandola mammaria e di cute, specialmente quando si ha un abbassamento e un volume esagerato della mammella. Vengono asportati il tessuto mammario e la cute in eccesso e si rimodella il seno. L’intervento si esegue in anestesia generale: in alcuni casi è consigliabile perché evita che si creino eventuali problemi e danni alla colonna vertebrale che un seno esageratamente grosso talvolta può causare. Le cicatrici che rimangono sul seno non scompariranno mai completamente, ma il tempo le renderà minimamente visibili.


Mastoplastica additiva : si esegue sul seno troppo piccolo e consiste nel posizionare sotto la ghiandola o sotto il muscolo pettorale una protesi di silicone. L’intervento è piuttosto semplice e la cicatrice sarà con il tempo poco visibile. Il silicone è un materiale inerte e ben tollerato dal corpo, che difficilmente manifesta reazioni di rigetto. Intorno alla protesi inserita può talvolta formarsi una capsula fibrotica che determina una consistenza maggiore alla mammella. Il chirurgo, in questi casi, esegue una manovra particolare sulla formazione fibrotica e riesce a risolvere l’inconveniente.


Uno degli scopi della chirurgia estetica, definita in questo caso come ricostruttiva, è quello molto importante di ricostruire il seno mutilato per l’intervento eseguito in caso di tumore. Fortunatamente oggi, con le nuove tecniche operatorie, i danni estetici sono piuttosto limitati e questo rende un poco più sopportabile il trauma psicologico della donna che deve affrontare questa non facile prova. La ricostruzione del seno può essere eseguita con vari metodi in base alla quantità di mammella rimasta integra, che permettono comunque di ottenere ottimi risultati visivi. Quando si è dovuto ricorrere alla mastectomia totale, cioè all’asportazione in toto del seno, si interviene con tecniche particolari che possono risolvere il danno estetico subito, anche quando non è ancora possibile l’inserimento di una protesi. Si applica sotto la cute una capsula che viene gradualmente riempita con una soluzione, che ha il compito di tendere la pelle adattandola lentamente al nuovo volume.
La capsula viene sostituita con la protesi nel momento in cui la quantità di pelle, stimolata dal continuo rigonfiamento, permetterà il suo inserimento. Certamente queste tecniche permettono alla donna di affrontare il difficile momento della malattia pensando di non rimanere deturpate e private di una parte tanto importante per la bellezza femminile. Questo a volte aiuta molto anche nei confronti del superamento del trauma e nell’accettazione dell’intervento indispensabile per la guarigione dal tumore mammario.
Gli interventi che riguardano l’estetica del seno, come del resto del corpo, devono essere eseguiti da personale esperto e qualificato, in strutture sicure e conosciute. Molto del risultato dipende dalla mano del chirurgo, mentre una certa parte di responsabilità nei confronti di un buon esito è legato alla capacità della pelle di rimarginarsi bene in tempi la cui durata è estremamente soggettiva.

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